venerdì 19 novembre 2010

FORNO COMUNITARIO DI CASCINA FAVAGLIE

Benvenuti nel blog che descrive  i restauri di due forni comunitari. Da questi primi restauri sono poi maturate molte esperienze  visibili nei siti e blog:

Nuovo Forno Favaglie fornialegna.wordpress.com

www.fornialegnacomecostruirli.it

 cupolafornialegna.blogspot.com



FORNO COMUNITARIO 
DI CASCINA FAVAGLIE 
Via Merendi, 28
Cornaredo - Milano


Per la visita al forno contattare
Italia Nostra  Milano Nord Ovest tel. 02 93565979

UTILIZZO DEL FORNO




Il forno della cascina, serviva agli abitanti per cuocere il pane di uso quotidiano. Il forno veniva utilizzato a rotazione dalle varie famiglie, date le sue dimensioni, m 2,20 x 2,40, per economizzarne l’utilizzo, riempiendo completamente il forno, era consuetudine che si associassero diverse famiglie.  Ecco allora la necessità di “marcare” i pani introdotti, per poi poterli riconoscere dopo averli sfornati. 

Per panificare con il minore dispendio di risorse possibile comportava di evitare di lasciare il forno inutilizzato per molto tempo. Il suo utilizzo continuo riduceva alquanto l'impiego della legna per riscaldarlo. Un anziano utilizzatore raccontava: "al mattino, il primo utilizzatore si portava appreso due fascine di legna, poi per i successivi impieghi bastava una fiammata fatta con una sola fascina".





Una volta portati in prossimità del forno i pani venivano segnati per poi riconoscerli e poi infornati dal fornaio.

Poi quando iniziarono a costituirsi gli aggregati urbani e le cascine persero le funzioni di centro di aggregazione dei vari mestieri e servizi, anche nei piccoli centri urbani sorsero i  primi negozi di panettiere con il conseguente abbandono dell'utilizzo dei forni comunitari.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          

RESTAURO DEL FORNO  

Quando nel 1986 i volontari di Italia Nostra si insediarono all'interno della Cascina Favaglie, per raccogliere i fondi necessari ai restauri in corso presso la Chiesetta di San Rocco adiacente alla cascina, idearono di realizzare le "Feste sull'Aia" con l'utilizzo dell'antico forno. Allora non si pensò di panificare ma utilizzarlo per un uso più profano: cuocere pizze.

                                        Rilievo originale della pianta del forno ed area circostante
 
Dopo un attento sopralluogo si dedusse subito che il fondo non era certamente in grado di adempiere a questo scopo; il notevole utilizzo aveva provocato un profondo avvallamento nella parte centrale del piano di cottura. 


 
Una ricerca nel campo dei refrattari disponibili non diede tangibili risultati anche perché commercialmente erano disponibili mattoni refrattari con un'alta percentuale di allumina e con una conseguente alta conducibilità termica.
Per non alterare eccessivamente il piano di cottura si pensò di riutilizzare dove possibile i vecchi mattoni originali rigirandoli e ponendo in opera i nuovi mattoni alluminosi solo dove strettamente necessario. I nuovi mattoni furono posati sul lato destro del piano di cottura. 

                                 
                                 Per consentire al forno la massima resa  venne realizzata 
                                 questa tipologia di posa dei materiali refrattari e coibenti
                           


Per iniziare si rimosse il mattone più degradato poi agendo lateralmente con molta attenzione e cura per danneggiare gli antichi refrattari si rimossero i mattoni interessati dal forte ribasso.  Dei cinque mattoni interessati dalla rimozione si potranno poi riutilizzarne tre, mentre due fu necessario posare dei nuovi mattoni.





Per eseguire il restauro fu necessario introdursi all'interno del forno provvedendo a realizzare un piano di lavoro allineato alla quota del piano di cottura. Entrare dal portello non fu cosa facile, ma una volta entrati lo spazio e l'altezza del forno erano sufficienti per lavorare.                                       

                                                     



                                         Vista del Portello di imbocco dell'antico forno. Il portale è stato ricavato da un blocco di arenaria. Una particolare lamina in ferro serviva per contenere le dilatazioni termiche dovute alle alte temperature al quale era soggetto.





   Il Tecnico restauratore Giuseppe Ghidorzi mentre provvede al restauro dl piano di cottura. Lavorare in questo particolare ambiente non è stato facile perché la camera in mattoni assorbiva l'umidità corporea ed il corpo tendeva a disidradarsi.




Il piano di cottura dopo la rimozione dei mattoni degradati. Visibile l'alto spessore dei mattoni originali,   le  stratigrafie degli strati di terre refrattarie ed il misto granulare di base del forno con spesso oltre un metro.



 Il piano di cottura dopo la messa in opera dei mattoni originali rigirati, e quelli nuovi sul lato destro del forno.

   
 L'utilizzo profano del forno per la cottura delle pizze, data la notevole pendenza del piano di   cottura dovuta alla necessità di visionare lo spazio disponibile durante  l'infornata, fu necessario ridurre la pendenza per evitare la fuoriuscita della mozzarella durante la fase  di cottura. 


Dopo l'intervento il forno venne doverosamente collaudato. La cottura delle pizze avveniva in maniera esemplare: prima si portava a giusta cottura le pizze disposte sul piano in mattoni originali, poi queste venivano traslate sul piano in mattoni nuovi dove per l'alta conducibilità termica avveniva la rosolatura del fondo delle pizze.




Vista della volta del forno comunitario con i mattoni disposti per il lungo e a raggiere concentriche.



Le numerose "Feste sull'Aia", ben dodici servirono a realizzare un significativo utile che servì in seguito al restauro oltre della Chiesetta di San Rocco, la Ghiacciaia e della ex porcilaia trasformata poi in Museo Contadino. Con questi restauri i tecnici di Italia Nostra hanno maturato esperienze non solo nel campo della panificazione ma maturato anche sensibilità ed esperienza nel campo del restauro con il pieno rispetto delle strutture e dei materiali originali. 
Chiediamo dunque al vecchio forno di perdonare l'utilizzo l'approccio dissacrante ma con quanto realizzato è stato poi possibile recuperare tante opere meritevoli di essere conservate.

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Feste sull'Aia





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   Foto di gruppo dei pizzaioli durante le Feste sull' Aia dove in alcune serate furono cotte ben trecento pizze!!

                     
                      Vista del forno utilizzato dai volontari di Italia Nostra durante le 12 Feste
                    sull'Aia. Feste che hanno consentito di ricavare i fondi per i restauri della
                    Ghiacciaia, del Museo Contadino e della sistemazione dell'area museale. 

La Cascina Favaglie è ora interessata da un'intervento di ristrutturazione ed al 2012 sono stati ristrutturati ed in parte abitati 2/3 dell'intera cascina. Il forno oggetto di una convenzione tra la società Alhafin ed il Comune di Cornaredo, sarà visitabile con l'affidamento della gestione ad Italia Nostra sezione Milano Nord Ovest. 
Il restauro della cascina ha comportato la necessità di modificare lo spazio antistante il forno, mantenendo però un lacerto di pavimento alla quota originaria.


Presso la cascina Favaglie sono in corso i lavori di ripristino ad uso abitativo; una convenzione tra il Comune di Cornaredo e la societa proprietaria dell'immobile consentirà la visita all'antico forno. Le visite saranno gestite da Italia Nostra sezione Milano Nord Ovest.
Dato che ilo forno sarà solo visitabile, i tecnici panificatori di Italia Nostra hanno nell'area museale adiacente costruito il Nuovo Forno Favaglie, che sebbene tecnologicamente molto avanzato, mantiene il medesimo disegno quale portale di imbocco. 

Vedere il blog dedicato


Vista frontale del Nuovo Forno Favaglie